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In (de) finito
Sin dall'antichità l'uomo è ricorso alla sabbia, sinonimo di infinito, per misurare e controllare il tempo.
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L'uomo ha dunque "chiuso" simbolicamente l'in-finito in uno spazio de-finito.
Lo stesso ho fatto io nel mio lavoro. Ho 'chiuso' le lettere che compongono il "Il libro di sabbia" di Jorge Luis Borges, un libro infinito, in uno spazio preciso e delimitato che e' quello dato dalla tela che contiene e raccoglie tutte le lettere del testo. Le lettere, apparentemente senza senso e così scomposte creano infatti l'illusione di essere infinite dilatando così il tempo del racconto che e' potenzialmente infinito a sua volta. Poiché il lettore/osservatore non sa dove finisca il racconto, quale sia l'ultima parola o l'ultima lettera, la lettura è resa di fatto impossibile; solo chi avrà la pazienza di trovare una diversa chiave di lettura si troverà di fronte il testo del racconto e potrà infine leggerlo. Il tempo del racconto, il tempo che si impiega a leggerlo, il tempo stesso, assume qui nuova forma e dimensione.
è dunque il tempo, stavolta, a misurare e a controllare l'uomo.
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